giovedì 27 gennaio 2011

A WAY OF LIFE!


« Mod è vivere pulito in ogni circostanza. »

Il termine mod, abbreviativo di Modernism, fa riferimento alla subcultura giovanile che si sviluppò a Londra, nel Regno Unito, nei tardi anni cinquanta e raggiunse vasta popolarità nel decennio successivo, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il termine fu coniato inizialmente per definire i fans del "modern jazz". Le persone che seguono questo stile di vita sono conosciute come mod e i primi esponenti abitavano principalmente nel sud dell'Inghilterra.


Il logo identificativo del movimento mod è il simbolo della Royal Air Force (l'aeronautica militare britannica), spesso presente sui giacconi parka che i mod indossano per circolare su Vespa e Lambretta.


« Per la prima volta in assoluto i mod misero in pratica uno stile di vita 24 ore su 24 che ruotava intorno a moda, musica e stile. »

Paolo Hewitt)




Il modernismo nasce tra il 1958 e il 1962 nelle zone di Stepney e Shepherd's Bush a Londra. Ciò che lo caratterizza fin dalla prim'ora è una spiccata predisposizione verso tutto ciò che è nuovo ed insolito ("moving and learning" recitava uno dei motti dei mod), la cura maniacale del proprio look e la musica. In equilibrio tra le sofisticatezze di Thelonius Monk e John Coltrane, l'eleganza ritmica di Booker T. & The MG's e la fisicità degli Who dunque, ecco i tagli di capelli "new french line" che si sposano col look "sharp" di giacche "tonic" a tre o quattro bottoni e pantaloni stretti (storicamente modello sta-prest) che terminano mai a più di due centimetri dalla scarpa.


Il logo del movimento mod è un bersaglio stilizzato, basato sul simbolo della Royal Air Force.

Uno dei primi punti di riferimento sarà John Stephens, da Glasgow a Londra con il negozio in Beak Street e, poi, Cecil Gee e Lou Austin in Shaftesbury Avenue, Vince in Newburgh Street o His Clothes in Carnaby Street ma anche Sam Arkus nel West End, Lou Rose nell'East End e Bilgorri a Bishopsgate.

Nello stile mod, oggi come allora, oltre alla scelta degli abiti ha molta importanza anche la scelta della musica.

Da questo punto di vista non esiste un “genere mod” ma un insieme di generi tradizionalmente ascoltati dai mod riconducibili, sotto vari aspetti, agli anni sessanta. Solo per semplicità espositiva questi possono essere suddivisi in due rami. L’uno fa principalmente riferimento alla musica nera statunitense degli anni Sessanta, come il Jazz, il R&B, il Soul e il Northern Soul, ma anche lo Ska giamaicano o il Bluebeat. L’altro rimanda ad alcuni artisti e band, parte del più ampio fenomeno della British Invasion degli anni Sessanta, della quale hanno fatto parte The Small Faces, The High Numbers (poi divenuti The Who), The Kinks, The Spencer Davis Group, The Action, The Birds, The Artwoods e The Creation. L’elenco potrebbe continuare, includendo ad esempio l’Hammond-jazz di Brian Auger e tanti altri artisti fino a divenire sterminato.

In seguito, dopo il 1979 (anno in cui dopo i primi album dei Jam ed il film degli Who: Quadrophenia), inizia l'epoca revival con band quali Lambrettas, Merton Parkas, Purple Hearts, Small World e Small Hours, che seppero sapientemente miscelare l'energia punk con la melodia e il suono delle mod-band delle origini.

I mod sono soliti ritrovarsi nei club notturni per ballare e mettere in mostra i loro abiti. Usano come mezzo di trasporto scooter tipicamente italiani come la Lambretta o la Vespa. Questi scooter vengono spesso adornati con molte luci e specchietti supplementari per richiamare l'attenzione.

Durante la seconda metà degli Sessanta, sotto l'influenza degli hippie, il movimento cominciò a mutare e a frammentarsi generando altri stili. Tra di essi gli hard mod, furono forse quelli che di più si distaccarono dalla subcultura originale e che saranno successivamente riconosciuti come i primi skinhead.

I mod si scontrarono spesso con altri movimenti giovanili, primi fra tutti i rocker, e più tardi i punk (il gruppo punk Exploited scrisse anche una canzone al riguardo contro i mod intitolata Fuck The Mods). Gli attriti talvolta degeneraroni in vere e proprie battaglie tra le differenti fazioni rivali nelle strade cittadine, come accadde sul lungomare di Brighton e quello di Margate. Questi eventi misero in discussione la "modern youth" (gioventù mod) in Inghilterra alla fine degli [anni Sessanta. Il film Quadrophenia (1979), basato sull'album omonimo degli The Who (1973), celebrò non senza una valenza nostalgica il movimento mod.

Storicamente contemporanea, ma quasi sconosciuta la pellicola interpretata da Alberto Sordi e la prima da lui diretta, Fumo di Londra (1966), dove un maturo antiquario italiano viene irretito dalle bizarrie di un gruppo di giovani mod londinesi per poi rimanere coinvolto in una gigantesca rissa in un bosco con una banda di rocker, mentre degli anziani benpensanti assistono flemmatici commentando ipocritamente, senza celare la loro maggiore vergogna generazionale.

La corrente modernista presenta tre diverse ere di espressione: la prima ondata (quella degli original mod), la seconda ondata (il mod revival del '79) e la terza ondata (dagli anni novanta ad oggi).

Mod delle origini

Sono detti mod delle origini, quelli legati agli albori del fenomeno sviluppatosi nel 1958 in Inghilterra sulla spinta della ribellione giovanile che si manifestava nella società dell'epoca. Proprio questi moti causarono la rottura tra gli adolescenti ed i loro genitori per le vicendevoli incomprensioni socio-culturali dovute al fervore innovativo tipico quegl'anni.


Il parka fish-tail

I primi original non usavano riunirsi in gruppi, né seguire uno stile ben preciso, ma cercavano semplicemente abiti sartoriali italiani, giacche e pantaloni affusolati, come andava di moda in Europa. Sulla base dell'attrazione per lo stile italiano prese piede l'utilizzo di scooter come mezzo di trasporto, su tutti la Vespa, che proprio in quel periodo ebbe il boom di vendite. Per proteggere gli abiti sartoriali durante gli spostamenti in motorino, i mod iniziarono ad indossare i giacconi parka già comuni tra gli scooter boy.

La diffusione della cultura mod si ebbe circa a metà degli anni sessanta, quando i mod cominciarono a non avere più un'estrema cura del look per dedicarsi maggiormente agli scooter, alla musica e alla sperimentazione di droghe. Proprio l'uso di droghe portò ad una serie di modifiche all'interno della subcultura, che cominciò via via a gerarchicizzarsi al proprio interno proprio per distinguere i fondatori del genere mod, e i nuovi aderenti allo stile.

Revival mod



In parte anche grazie al successo di questo il movimento mod godette di un discreto revival durante i tardi anni settanta. Molti di questi nuovi mod erano fan di band come The Jam, The Chords, The Purple Hearts, The Merton Parkas, Secret Affair, The Lambrettas, Long Tall Shorty e di gruppi 2 Tone Ska come The Specials, The Beat, The Selecter, e Madness.

La band The Jam del front-man Paul Weller, molto influenzata musicalmente e stilisticamente dalla cultura mod, ebbe grande popolarità fino al suo scioglimento nel 1982, ispirando molti musicisti recenticome Ocean Colour Scene e The Ordinary Boys.





La terza ondata

La terza ondata mod viene collocata all'incirca nei primi anni novanta. È l'ultima in ordine di tempo tra le varie "ere" moderniste e si ebbe grazie alla diffusione dell'acid-jazz e al fenomeno Britpop. Molti mod della terza ondata si trovarono in difficoltà al confronto coi precedenti revivalisti, sia per una questione d'abbigliamento, sia per un cambio di idee seguito all'evoluzione socio-culturale.

Questi ultimi cominciarono a ricorrere ad un abbigliamento vintage o moderno che si rifceva allo stile degli anni settanta, periodo in cui affondava la musica contemporanea che veniva prediletta dai neo mod.

Il Britpop

Il Britpop viene considerato, soprattutto nel Regno Unito, come la terza ondata mod per eccezione; grazie alle numerose influenze musicali di gruppi degli anni sessanta o legati alla scena modernista originale su gruppi che hanno raggiunto l'apice del successo negli anni novanta come Blur, Oasis, Ocean Colour Scene e Pulp.

Gli Oasis collaborano spesso con Paul Weller e con gli Who, e Liam Gallagher ha spesso sfoggiato nelle apparizioni un look tipicamente mod, oltre ad aver lanciato una catena d'abbigliamento ispirata ai modernisti[1].

Indie rock

L'altro filone musicale moderno che si rifà al mod revival è proprio l'indie rock. Pur essendo un genere molto ampio che comprende diverse varietà di artisti, all'interno della scena indie si sono realizzate nicchie di chiara ispirazione modernista.

Un esempio su tutti sono i Last Shadow Puppets, gruppo di Miles Kane e Alex Turner, leader del gruppo indie-rock degli Arctic Monkeys, anch'essi molto apprezzati.

Altri gruppi che rientrano nel filone mod di terza generazione sono i britannici The Enemy, The Ordinary Boys, i Kaiser Chiefs e i Twisted Wheel.

Ovviamente questi gruppi hanno poco in comune con quelli della scena mod musicale degli anni sessanta e settanta, ma sono considerati da alcuni semplicemente come un'attualizzazione o emulazione delle sonorità e dello stile di allora.

I mod in Italia

Storia


Un graffito in Piazza Capranica a Roma

Nel 1979 in Inghilterra scoppia il fenomeno del revival mod e in Italia cominciano ad apparire i primi modernisti a Milano sempre nello stesso anno che avevano come luogo di ritrovo un bar di via Dogana angolo via Cappellari per poi spostarsi in via definitiva nella storica Piazza Mercanti. Andrea, Chicco, Demetrio, Filippo, Marchino ed altri: questi sono i nomi dei fondatori del movimento Mod a Milano ed in Italia. Solo successivamente al 1980 e dopo l'uscita del film "Quadrophenia" che esce nei cinema italiani, a Lucca ed in altre località cominciano a formarsi i vari gruppi Mod. Nel 1981 parecchie presenze mod in tutta Italia grazie anche all'imperversare della moda ska, si organizza il primo raduno mod che si svolge a Gabicce mare. Nel dicembre del 1983 si tenne il raduno noto come "Mod Alldayer" in un locale della capitale, in cui suonano gli Halfbeat di Roma, i Lager di Cosenza, gli inglesi Small World, gli spagnoli Brighton 64 e i romani Underground Arrows e la presenza del DJ Eddie Piller. Verso la fine dell'anno, gli Underground Arrows suonano in Inghilterra (primo gruppo mod italiano con i Four By Art di Milano), esibendosi a Londra con due concerti. Il primo come spalla al gruppo inglese Fast Eddie all'Ilford Palais, il secondo in un pub come headliner. Negli anni successivi i raduni si svolgono a Rimini e Savona.

La situazione attuale

Attualmente, le maggiori presenze mod sono a Torino (Piazza Statuto), Milano (zona Colonne di San Lorenzo), Roma (a Piazza Capranica) , Rimini, Terracina, Genova, Pordenone, Catanzaro, Mestre, Perugia, Terni, Teramo Arezzo & Cagliari, dove continuano ad organizzarsi feste e raduni nazionali ed internazionali in collegamento con le varie scene mod europee. I complessi più affermati riconducibili alla scena mod attualmente sono gli Statuto (Torino), Minivip (Novara), Tailor Made (Torino), Link Quartet (Piacenza), Flowers (Piacenza), Emotionz (Cagliari), i Made (La Spezia) e i The Neigers (Mantova).

I raduni mod nazionali ed internazionali si svolgono ogni anno a Rimini con "The italian Job" durante il week-end di Pasqua ed a Marina di Ravenna con il "Raduno Mod Italiano" all'ultima settimana di Settembre.
Vengono tuttora organizzate serate mod, come il Flamingo Mod Club a Torino, il Buzz with the Fuzz a Milano, il Maximum Speed Mod Weekend in Liguria, l'Underground Blues a Teramo, il Soulvivors a Bologna, il Right Track a Roma nel periodo invernale. ed il Terracina Mod Weekender a Terracina e l'Hot Mod Summer on the Lake sul lago Trasimeno nel periodo estivo e a Lavarone (Trento) con l' "All Saints Mod Holiday", per il week-end di Ognissanti, .

I mod e lo stadio

Il recarsi allo stadio per tifare la propria squadra di calcio era una scelta più che altro individuale, e non una ragione o un motivo di appartenenza al gruppo, anche se a lungo andare questo tipo di pratica fu causa di divisioni interne al movimento. La principale fu quella tra mod e hard Mod, avvenuta verso metà degli anni settanta, principalmente per ragioni sociali, ma dove la "cultura da stadio" giocò un ruolo importante. Gli hard mods erano abituali frequentatori degli stadi inglesi, dove spesso si mischiavano ai primi skin , nel tifare e - soprattutto - nel cercare il contatto fisico con gli avversari e con la polizia, al contrario dei coetanei mods, che preferivano non partecipare a questo pratiche tipiche di quell'epoca.


« La prima volta che vidi uno Skinhead fu quando il Chelsea venne a giocare a Leicester nel 1968. Arrivarono a tonnellate. Rimasi affascinato dai loro vestiti e dal loro gusto. »

(Nigel Mann, citato in Paolo Hewitt, Mods. L'anima e lo stile, Arcana, Milano, 2002)

Anche in Italia la presenza mod, dagli ottanta ad oggi, è attestata nelle curve degli stadi a fianco degli ultras a titolo strettamente personale poiché non vi è nessun legame ufficiale tra i due movimenti. Dei tanti striscioni recanti la dicitura "Mods" apparsi nelle curve, alcuni appartengono a frequentatori della scena modernista, come i Granata Mods del Torino,nei primi anni '90 i Mods Roma tifosi dell'A.S. Roma[2], altri a gruppi di giovani, che in un primo tempo erano modernisti per poi successivamente perdere i legami col movimento , altri addirittura a personaggi semplicemente ispirati dal nome.


Bibliografia


Collegamenti esterni

































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